Festa d’Europa 2021


Relazione introduttiva del Prof. Vincenzo Frascà 

(membro Direttivo Comitato Gemellaggi)

 

 

Buongiorno a tutti e buona festa dell’Europa.

Vorrei iniziare questo mio breve intervento ringraziando il presidente dell’associazione Roccella –Europa per i gemellaggi, Pietro Commisso  che, con la collaborazione del Direttivo, ha fortemente voluto dare un contributo, seppur virtuale, viste le difficoltà contingenti, alla realizzazione di questa giornata.  Ringrazio, altresì,  il sindaco dott. Vittorio Zito e l’assessora avv. Bruna Falcone  per la sensibilità e la disponibilità dimostrate.

 Rivolgo quindi  un affettuoso saluto ai nostri amici di Arco (TN),  con i quali siamo gemellati, di Beloil (Belgio), Bogen ( Germania) Crosne (Francia), Maybole  (Scozia) Ozimek (Polonia) Rymarov (Repubblica Ceca) e Schotten (Germania) che spero ci stiano ascoltando e con i quali, non appena la situazione della pandemia ce lo consentirà, riprenderemo a svolgere tutte le attività di collaborazione e di incontro che hanno caratterizzato gli scorsi anni, compresa la realizzazione  dei Tour, così apprezzate da tutti i soci delle varie associazioni.

 E veniamo alla festa dell’Europa per la quale oggi siamo qui, festa che, come tutti sappiamo, ricorda la storica dichiarazione di Schuman del 9 maggio 1950 che rovesciava la logica delle affermazioni degli Stati nazionali e apriva le porte all’avvio dell’integrazione e della convivenza pacifica del continente europeo. Non dimentichiamo, infatti, che, come mai in passato, abbiamo avuto oltre 70 anni di pace.

Questa festa assume oggi   una valenza particolare perché mai come in questo periodo sono stati messi concretamente in atto i principi su cui si fonda l’unione europea, principi di solidarietà e collaborazione, che, ci auguriamo, permetteranno  al nostro e agli altri paesi europei di superare questo periodo di difficoltà, di crisi sanitaria, economica e sociale dovuto non solo al coronavirus (che però ci ha reso “nelle diversità uguali” come recita uno dei principi dell’UE, tutti con la mascherina) ma anche agli errori commessi nel recente passato. Ci si è resi conto che nessuno si salva da solo, ma che bisogna trovare soluzioni a problemi comuni.

L’Europa può avere un futuro ad una sola condizione: i Paesi dell’unione non devono coltivare i propri interessi nazionali e questa pandemia ci ha insegnato che occorre cooperare  dimostrandosi capaci di solidarietà e di un’azione d’insieme europeo.

Non era affatto scontato che si giungesse al risultato del Recovery Plan sul quale tante aspettative e tante speranze vengono riposte.

Basti pensare all’Europa di poche anni fa nella quale gli egoismi dei paesi più forti economicamente hanno prevalso su quelli più deboli, vedi la Grecia e,  in parte, anche l’Italia.

Il 9 maggio dovrebbe essere un giorno festivo per tutti i cittadini europei che serva da celebrazione congiunta della nostra unione, facendo si che ogni Paese membro possa commemorare questa giornata, la sua storia che è anche la nostra, e considerare una fortuna  essere europeo.

Come dice Konrad Adenaur “l’unità europea era un sogno di pochi, è diventata poi una speranza per molti, oggi è una necessità per tutti”.

Unità e solidarietà tra i popoli non possono essere solo un principio ma c’è bisogno di un’azione comune che impegni i vari governi nazionali a far sì che esso si traduca in azioni utili e determinanti.

Solo quando riusciremo a permettere a diverse situazioni e modi di vita di coesistere e rispettarsi reciprocamente, quando i nostri interessi si intrecceranno con quelli di altri paesi formando una catena in cui nessun anello è indipendente dall’altro, si arriverà ad una patria comune in cui francesi, tedeschi, spagnoli, italiani etc. saranno concittadini con obiettivi comuni.

 Per finire mi rivolgo ai giovani e agli studenti che sono in ascolto.

Molte sono ancora le lotte da affrontare per una giusta distribuzione delle risorse e un ambiente naturale più sano e l’iter per realizzare una piena affermazione dei diritti umani, senza pregiudizi e disparità è ancora molto lungo e difficile.  Sarà compito delle future generazioni farsene carico.

 Grazie e ancora buona giornata dell’Europa.

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