Si è svolta a Crosne, Francia, la cerimonia in ricordo dei cento anni dalla fine della 1° guerra mondiale.
Alle 17.30 nel cimitero comunale si è fatta una cerimonia in ricordo dei caduti della guerra.
Delegazioni composte da coppie costituite da un francese e un ospite dei paesi gemellati hanno deposto fiori sulle lapidi dei soldati caduti.
È seguito un corteo che si è snodato fino al piazzale dove si è tenuta una solenne funzione, con cittadini, autorita, bambini delle scuole, l’intero cinsihlio comunale di Crosne assieme al consiglio dei giovani, delegati regionali ed europei ed infine le delegazioni dei psesi gemellati.
Prima del discorso finale ad opera del sindaco di Crosne, Michele Damiati, sono intervenuti i presidenti dei comitati di gemellaggio in rappresentanza del proprio paese.
Di seguito, riportiamo integralmente il discorso della nostra delegazione:
“100’ Anniversario della fine della “Grande guerra” o 1° Guerra Mondiale
La 1° Guerra mondiale interessò gli anni dal 1914 al 1918, anche se noi italiani ricordiamo a proposito della guerra che si diceva … La guerra del 15’/18’, questo perché, a differenza delle altre nazioni europee, l’Italia scese in guerra nel 1915.
Guerra è da sempre sinonimo di distruzione, devastazione dei territori, fame, morte.
Ci sono giovani che non hanno conosciuto pace da quando sono venuti al mondo: il Medio Oriente (Palestina e Israele), la Siria oggi, paesi del Centro Africa sono praticamente in guerra da sempre.
I Popoli che vivono in queste aree, non hanno conosciuto nulla, eppure sono esseri umani che hanno diritto alla stessa nostra dignità.
La Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, proclamata dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite riunita a Parigi, il 10 dicembre 1948 recita all’art. 1:
“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza.”
La Carta Costituzionale Italiana, all’art. 11, “ ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali “
Noi siamo qui a rappresentare, nel nostro piccolo, le rappresentanze di Stati appartenenti all’Unione Europea.
Questa Europa, ancora incompiuta che non è stata in grado di dire in modo netto e senza infrangi menti un netto dissenso dicendo: NO ALLA GUERRA.
La Costituzione Europea è stata un fallimento guidato da alcuni paesi europei e le varie bozze definite nelle convenzioni finiscono sempre per essere svilite nella loro essenza da parte dei governanti di turno dei vari paesi europei.
C’è stata dell’ipocrisia nel tentare di definire Costituzione un progetto di riforma e di semplificazione dei trattati avviato nel 2004 a Roma che resta lontanissimo da un vero processo costituente.
Questo implicherebbe una rifondazione di sovranità nazionale e di legittimità democratica. Richiederebbe di spostare il baricentro del potere europeo dalle varie capitali a Bruxelles. Ma nessuno vuole cedere il potere.
Si dovrebbe dunque essere prima di tutto cittadini europei, e solo in secondo luogo italiani, francesi o tedeschi.
Questa guerra, di cui oggi celebriamo i 100 anni della fine e tutte le guerre successive rafforzano la nostra convinzione che la guerra non ha mai rappresentato una soluzione.
La libertà, la giustizia, la verità non possono essere portate con le armi e la violenza.
L’unica “arma” che conosciamo è il dialogo tra tutti i popoli dell’Europa e della Terra.
Per questo ripudiamo ogni guerra, senza eccezioni, senza “se” e senza “ma” e ribadiamo il diritto dei Popoli alla “Pace”.
Crosne (Francia) 11 Nov 2018 Presidente Comitato Gemellaggi Roccella Jonica ITALY
Pietro Commisso